letto per voi
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letto per voi da
stato d’animo
voto
Per chi crede nella prospettiva offerta dal fondo del bicchiere. Per chi nel cambiamento trova ciò che non cambia. E preserva l’essenziale.
Anders, personal trainer in un’anonima palestra di una città indefinita è il novello Gregor samsa di questo breve ma fulminante romanzo distopico.
Si sveglia e scopre di essersi trasformato in un uomo di colore scuro.
Al disorientamento, al faticoso ritrovarsi e farsi ri-conoscere dall’amica e amante Oona, segue la partecipazione ad una trasformazione che sta prendendo piede ovunque. Tutte le persone bianche stanno diventando scure e la tensione sociale cresce finchè “l’ultimo uomo bianco” viene sepolto.
L’individuo, il piccolo nucleo di affetti, la città. Il focus si muove e svela i punti in cui il meccanismo della quotidianità si inceppa. La crisi si srotola in frasi vorticose e sembra quasi naturale che accada quel che non può essere ( la naturalità è la forza dei migliori romanzi distopici).
Cosa ci rende davvero “noi”?
Un lampo negli occhi, l’elasticità del mutamento, la memoria, la speranza. La contraddizione. Il chiaro-scuro.
“A volte sembrava che la città fosse una città in lutto e il Paese un Paese in lutto, e questo si addiceva a Anders, e si addiceva a Oona, dato che collimava con i loro sentimenti, ma altre volte sembrava il contrario, che stesse nascendo qualcosa di nuovo, e abbastanza stranamente anche questo si addiceva loro”.
Lo stile di Mohsin Hamid è veloce, accattivante. la distopia è un territorio che abita benissimo.
Già autore di libri cult come “Il fondamentalista riluttante” e “Exit west”
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